Cosa metto al cane: collare o pettorina?

 

Lo so, argomento trito e ritrito, e non ho scritto questo articolo per dare la soluzione agli enigmi del mondo.

L’ho scritto dopo che mi sono accorta che più persone che mi chiamavano per poter fare educazione di base con il loro cane, prima di venire al campo, mi chiedevano preoccupate: “cosa devo mettere, il collare o la pettorina?”

Allora, se questa diatriba assurda è uscita dal mondo cinofilo, investendo come un ciclone anche tutte le sciure Marie di turno che hanno cominciato  ad avere paura ad entrare in centro cinofilo temendo di essere cazziate, allora forse è il caso di fermarci a pensare a cosa stiamo facendo.

Premessa: se andate per la prima volta in un campo e nessuno ha mai visto ancora voi e il cane, ci andate con quello che vi pare, perché nessuno più di voi conosce il suo cane e nessuno, se non voi, lo ha mai gestito nella vita di tutti i giorni.
Inoltre se vado a fare delle lezioni o un corso di educazione di base è perché non sono un esperto in materia, ma mi metto in gioco per seguire i consigli di chi ha molta più conoscenza di me nel mondo cinofilo. Quindi già solo il fatto che siate lì dovrebbe farvi amare da qualunque istruttore, educatore o chi per esso.
Se qualcuno vi impone a priori uno strumento piuttosto che un altro senza conoscere il cane allora è un ciarlatano e non perdo nemmeno tempo a scrivere altro.

Tutti gli strumenti possono essere utili, la scelta dipende da mille fattori e l’uso dev’essere consapevole.
Io che detesto l’uso del guinzaglio allungabile ( non faccio pubblicità ma sapete di cosa parlo: è sempre quello che inizia per f e finisce per i) specie sui cuccioli e in città, lo trovo comodissimo in tante escursioni in mezzo alla natura insieme al mio cane sordo come una campana.
E questo è solo un esempio.

In Italia la legge impone che il cane sia al guinzaglio, attaccato a cosa non lo dice nessuno.

Quindi sta al buon senso del proprietario scegliere se pettorina o collare a seconda delle caratteristiche del cane, della gestione che ne abbiamo, degli eventuali problemi fisici, se cucciolo o adulto, delle preferenze del cane. Ebbene sì anche il cane preferisce uno strumento piuttosto che un altro. Ci sono cani che con la pettorina si inchiodano e non ne vogliono sapere o tirano come un cane da slitta e altri che con il collare tirano, si ribellano, passano il tempo a grattarsi ecc…
Quindi il vero problema qual’è? Il problema è trovare lo strumento giusto nel momento in cui il cane va gestito. E, come sostengo da un bel po’, essendo che ogni cane e ogni binomio è a se, la risposta ce la darà sempre e solo il cane.

I miei usano tutto, a seconda delle occasioni, perché sanno andare al guinzaglio, non tirano e non hanno problemi in nessuna situazione. Il collare quasi sempre per comodità, pratico da mettere, togliere e tenere su; la pettorina quando li porto legati tutti insieme, magari in città e dove so che staremo per un po’ di tempo, così che i guinzagli, essendo attaccati in alto, non finiscano continuamente sotto le zampe di uno o dell’altro.
Poi, se posso dire la mia, io sono contraria all’uso della pettorina nei cuccioli che devono ancora imparare ad andare al guinzaglio e nei cani problematici con gli altri cani o con gli umani. Idem per cani di grossa taglia se non perfettamente controllabili.
Per cani fobici invece a volte la pettorina può essere un aiuto, specie insieme al collare per avere doppia sicurezza; c’è chi poi la usa con la maniglia proprio perché si sente più sicuro a trattenere il cane in certe situazioni.
Spesso la si fa mettere a cani con problemi al collo o alla respirazione, soprattutto se non hanno ancora imparato a non tirare.

 

Sicuramente, una cosa che ho sempre visto in questi anni, è che se il proprietario di sente sicuro di gestire meglio il cane con uno o con l’altro strumento, riesce a uscire più rilassato con il suo cane, il cane lo sente, (sì perché, che se ne dica, i cani assorbono tutte le nostre tensioni e insicurezze e reagiscono di conseguenza) e riusciamo a creare in entrambe la possibilità di una passeggiata più serena e l’opportunità di godersi meglio un momento in compagnia del proprio cane.

Da qui possiamo ipotizzare tutti i lavori possibili e immaginabili sul rapporto, l’ascolto, la relazione, l’abituazione e tutte le supercazzole, sacrosante, di cui tutti parlano, ma intanto il cane va gestito, e un percorso del genere su alcuni cani e con certi proprietari, può durare mesi e a volte anni. E nel frattempo questo cane deve avere la possibilità di uscire ed affrontare il mondo in sicurezza per se, il proprietario e gli altri ed avere il tempo di imparare con i suoi ritmi e con l’aiuto dello strumento giusto.

Quindi facciamoci guidare dal buonsenso e consigliare da un’esperto che abbia una buona lettura del cane e del binomio. Ops, forse è qui che casca l’asino: se uno non ha le competenze, sopperisce con il metodo preconfezionato…..sarà….ai posteri l’ardua sentenza.